Quando si parla di accumulo di dispersione termica

La dispersione termica è uno dei temi “caldi” di questo inverno. Vista la difficoltà a fronteggiare il caro bollette, soprattutto per il gas, è necessario approfondire alcuni concetti tra cui la dispersione termica, che possono aiutarci a migliorare la performance di riscaldamento dei nostri edifici. Visto l’abbassamento delle temperature dell’ultimo mese e il crescente caro bollette del gas, i rimedi dell’ultimo minuto stanno avendo la meglio: tra stufe elettriche, caminetti a legna, bollitori al posto dei fornelli le stiamo provando tutte per non incorrere nel tremendo caro vita che ci minaccia da ogni dove.

Eppure, questi rimedi sono solo temporanei se prima non consideriamo il fattore cardine della questione: la dispersione termica. In questo articolo impareremo come calcolare la dispersione termica delle nostre case, come definirla e soprattutto alcuni consigli per prevenirla. Buona lettura!

Come calcolare la dispersione termica di un edificio?

La dispersione termica di un edificio viene definita come la capacità del calore di disperdersi al di fuori dell’edificio, dopo che lo abbiamo riscaldato. Si tratta di una violazione del principio dell’isolamento termico.
Normalmente, in invero, quando le temperature esterne si irrigidiscono e il freddo diviene polare, il poco caldo che sussiste nelle nostre case (dovuto alla presenza di isolamento dall’esterno, attività umane e calore corporeo) tende a viaggiare verso l’esterno per bilanciamento della temperatura. In estate, ovviamente, accade il contrario: il principio è che il sistema tende sempre all’equilibrio, qualunque sia la differenza di temperatura.

La dispersione termica è dannosa per la nostra casa perché a lungo andare più compromettere lo stato di salute degli interni, degli infissi, della pavimentazione; allo stesso tempo, anche nell’immediato, ha degli effetti negativi per gli abitanti della casa stessa: con un’abitazione non isolata, il freddo invernale diventa insopportabile e per sopperire ad esso le bollette salgono a sproposito.

Ma fin qui abbiamo usato solo parole: come si può calcolare matematicamente la dispersione termica, in modo da avere una maggiore contezza del dispendio energetico delle nostre case?
La formula della dispersione termica è la seguente: DT = Spessore della parete * coefficiente di conducibilità termica * superficie della parete.

Da questa formula deduciamo prima di tutto che sono fondamentali due cose: la qualità della parete e il suo spessore. Il valore della conducibilità termica è invece una costante che viene chiamata Lambda e sebbene sia una ‘costante’ il suo valore fisso dipende dal materiale della superficie (per esempio, se abbiamo una parete di mattone forato, allora la lambda vale 0,18).

Ora facciamo un esempio di calcolo della conducibilità termica: se lo spessore della mia parete è di 25 cm e la superficie di 6 cm, moltiplicando tutto per il coefficiente 0,18 otterremo un valore di 27 W per grado. Cosa significa questo risultato? Che per ogni grado di temperatura di differenza tra esterno ed interno, andremo a disperdere 27 Watt di energia.

Come evitare gli accumuli

Le dispersioni termiche hanno numerose controindicazioni, e causano svariati problemi sia alla casa che ai suoi abitanti. Per esempio, le dispersioni termiche possono causare dei cedimenti delle fondazioni e delle pavimentazioni, ragion per cui è necessario controllare sempre lo stato delle pavimentazioni interne e delle fondamenta. Inoltre, non è detto che la dispersione termica avviene solo per le abitazioni di una certa dimensione: come abbiamo visto, il calcolo oltre che dalla superficie dipende anche e soprattutto dalla superficie della parete e dal suo materiale: la dispersione termica può avvenire anche nel caso di camere da letto piccole. Inoltre, per essere pienamente consapevoli della dispersione termica dobbiamo anche dare una controllata agli impianti interni: una caldaia malfunzionante potrebbe compromettere tutto il resto dei nostri interventi contro la dispersione.
Per questa ragione, se si hanno dei problemi di dispersione termica in casa bisogna controllare anche il corretto funzionamento degli impianti, per quanto riguarda la caldaia verificare anche il cosiddetto bollino blu. Alcuni esempi di interventi li vedremo nel dettaglio nei paragrafi seguenti, ma ve ne daremo un’anteprima: una volta rilevate eventuali dispersioni termiche, si procederà ad isolare e coibentare le pareti, principali responsabili della dispersione, nonché anche all’isolamento del sottotetto e dei cassonetti. Questi semplici interventi possono diminuuire la dispersione da 0.5 a 3 gradi: un grande successo!
Nei prossimi paragrafi vedremo come procedere per effettuare una valutazione consapevole della dispersione termica e soprattutto come intervenire direttamente, partendo da alcuni semplici consigli.

Alcuni consigli per individuare le cause: da dove nasce e come evitare la dispersione termica?

Cosa fare per combattere la dispersione termica? Prima di tutto leggi i nostri consigli e controlla accuratamente lo stato di questi attributi abitativi:

  • infissi e imposte;
  • isolamento della parete e del tetto.


L’isolamento del tetto e delle pareti
può far ottenere un decremento della dispersione dell’85% e devono essere impostati su mosse ben definite: ad esempio, l’insufflaggio delle pareti (ovvero il riempimento dei fori e delle intercapedini agli angoli della casa, da cui entrano spesso spifferi), oppure la sostituzione diretta delle imposte e degli altri infissi (che come abbiamo notato sono sempre la causa primaria della dispersione di calore).

Altre mosse che possiamo fare sono ad esempio il cappotto termico interno ed esterno, tramite pannelli isolanti sia all’interno che all’esterno della parete. In questo modo andremo ad impattare non sulla superficie ma sullo spessore e la conducibilità della stessa. La coibentazione delle pareti interne può produrre un incremento di 3 gradi rispetto allo stato originario della dispersione; l’isolamento del sottotetto invece riduce di massimo 2 gradi. La coibentazione dei cassonetti nel complesso può migliorare la dispersione riducendola di mezzo grado. La sostituzione degli infissi invece è un metodo a media potenza: migliora la dispersione di massimo 1-2 gradi centigradi.

Secondo calcoli attendibili, l’insufflaggio delle pareti è il metodo che migliora maggiormente la resa termica della casa, con un rapporto costi/benefici che in 5 anni circa ripaga gli interventi.
Lo stesso non vale esattamente per i cappotti esterni, che costano notevolmente di più e dunque non ripagano completamente i lavori contro la dispersione.

Gli strumenti per attuare una corretta verifica della dispersione termica: esperto o fai-da-te?

Ovviamente, la formula che abbiamo considerato è prettamente teorica. Dobbiamo innanzitutto assicurarci dell’entità della dispersione termica prima di riuscire in qualsiasi intervento. Possiamo effettuare misurazioni in autonomia ma in ogni caso, dovremo rivolgerci ad un esperto per effettuare le dovute modifiche alla casa.

In ogni caso, prima di rivolgerci ad un esperto, constatati quali calcoli possiamo eseguire per la dispersione termica, dobbiamo utilizzare gli strumenti appropriati per verificare i valori ipotizzati. A seconda dell’entità della dispersione, a seguito dei numeri, potremo muoverci concretamente per effettuare i lavori di ristrutturazione della casa.

Come misurare effettivamente ed efficacemente la dispersione termica? Lo strumento adepto a questo tipo di calcolo è il termometro della casa. Semplice, vero? Più semplice del previsto in effetti: un semplice termometro accompagnato da un orologio per misurare le tempistiche saranno i nostri migliori amici per la scoperta della dispersione termica. Ecco come fare praticamente per determinare la dispersione termica:

  • misuriamo la temperatura una prima volta alle 22-23 di sera. Con il termometro mobile possiamo scegliere una sola stanza oppure più stanze.
  • La mattina seguente, alle 7-8 di mattina, ripetiamo la medesima operazione.

Questa operazione va svolta per almeno 3 giorni in modo da conferire veridicità e affidabilità ai valori trovati. IMPORTANTE: il riscaldamento NON deve essere accesso nell’intervallo di tempo in cui effettuate le misurazioni.

Ovviamente, leggere i risultati di questa misurazione sarà molto facile, quasi banale: se misurate una temperatura di 20 gradi alle 23 di notte e la mattina seguente di 19 gradi, la sottrazione ci dice che la dispersione notturna è stata di 1 grado.

Come verificare quanto è ben coibentata la nostra casa?

Una volta effettuate le misurazioni, potrete trarre le seguenti conclusioni sull’efficacia termica della vostra abitazione:

  • se la temperatura dispersa si attesta su 1 grado centigrado, allora la casa è ben coibentata.
  • se la dispersione supera 1 grado e arriva oltre i 2-3 gradi, allora la casa potrebbe necessitare di interventi di coibentazione. Soprattutto nei casi più estremi (dispersione di 5-6 gradi e oltre) dovranno essere presi in considerazione seri lavori termici.

Ovviamente, dopo aver attestato personalmente a quanto ammonta la dispersione termica della propria casa, è bene rivolgersi ad un esperto di coibentazione per effettuare altre rilevazioni e procedere con il metodo di risoluzione più adatto.