Quello del tema della fecondazione assistita è molto dibattuto in Italia. Come si sa oggi esistono tantissime tecnologie che permettono ad una donna di avere dei figli anche in casi dove la possibilità di rimanere incinta è davvero remota.
Come sappiamo all’estero ci sono maggiori opportunità, ad esempio la Spagna è amica della fecondazione assistita grazie ad istituti come Barcellona IVF. In questo approfondimento vedremo insieme quali sono le differenze in tema di fecondazione assistita in Italia e all’esterno.
Fecondazione assistita in Italia, come funziona
In Italia i metodi di procreazione assistita, come ad esempio la fecondazione in vitro, può essere richiesta per legge dalle coppie sterili o comunque non fertili, a patto che siano maggiorenni, di sesso diverso, coniugati o conviventi, e che comunque siano nell’età in cui una persona dovrebbe essere normalmente fertile.
A stabilirlo è la legge 40, che grazie alla sentenza della Corte costituzionale del 2015 ha aperto le porte anche alle coppie fertili che però hanno problemi di malattie genetiche trasmissibili, così da poter concepire riducendo i rischi di trasmissione. Al giorno d’oggi in Italia queste tecniche sono ancora vietate per i single e per le coppie omossessuali. Il divieto esiste anche per la fecondazione post portem con l’utilizzo di spermatozoi presi del partner deceduto.
In passato per legge era prevista la possibilità di utilizzare tra embrioni, per fortuna al giorno è prevista l’opzione di produrne quanti necessari e di congelare gli embrioni in eccesso da utilizzare nel caso in cui il primo impianto non vada a buon finire o per concepire eventuali figli successivamente.
Possiamo dire che nel corso degli anni la legge sulla procreazione assistita si è voluta raggiungendo molti traguardi come quello del congelamento degli embrioni e dell’accesso alla procedura delle coppie fertili con malattie genetiche trasmissibili, ma ancora ci sono degli ostacoli a cui è necessario far fronte.
Fecondazione assistita all’estero, cosa cambia
Le cose cambiano notevolmente quando ci si sposta all’estero, dove si hanno in alcuni paesi delle maggiori aperture. D’altronde sono tantissimi gli italiani che vanno all’estero per la fecondazione assistita. Questo principalmente perché spesso i costi sono più elevati nel nostro paese, così come le liste di attesa che sono lunghissime.
Addirittura, una media statistica ha visto che il tempo medio per una coppia per avere una diagnosi è di quattro anni. Inoltre, in molti paesi come Spagna, Danimarca e Belgio è consentita la donazione di sperma e di ovuli, in Italia la legge che regolamenta la donazione è davvero molto restrittiva. Inoltre, ci sono dei paesi come Spagna, Belgio e Bretagna dove è possibile la fecondazione assistita per le donne single.
In alcuni paesi come la Spagna è possibile accedere alla procedura da parte di tutte le coppie conviventi o sposate, basta che facciano una dichiarazione scritta di assumersi tutte le responsabilità del nascituro. In Gran Bretagna addirittura è possibile anche l’utero in affitto, senza passaggio di soldi, ma anche l’inseminazione post mortem. La pratica dell’utero in affitto è molto diffusa in paesi extra-europei come gli Stati Uniti.