Chiunque si sia avventurato nel percorso universitario al termine delle scuole superiori, si è domandato almeno una volta che cosa fare in seguito. Si tratta di quesiti perfettamente normali dal momento che tutti, presto o tardi, sono chiamati a fare il loro ingresso nel mondo del lavoro. Per alcuni può accadere di dedicarsi ad attività completamente diverse dall’ambito di studio, per altri invece succede l’esatto contrario, e trovare invece un’occupazione in linea con quanto studiato durante gli anni universitari. Per quanto riguarda, nello specifico, ingegneria, i possibili sbocchi lavorativi sono numerosi ma molto dipende da che tipo di specializzazione si è scelto: il percorso triennale molto spesso prevede un conseguente livello specialistico in ambito magistrale (dalla durata di 2 anni).
Ingegneria informatica
L’ingegnere informatico rientra tra i cosiddetti lavori del futuro e quello che potenzialmente potrebbe essere più a contatto con gli sviluppi in ambito tecnologico. Un aspetto non secondario visto il crescente interesse verso questo ambito, soprattutto per alcuni temi, tra cu l’Intelligenza Artificiale. In questo ambito di studi si va a comprendere come programmare e applicare software e sistemi informatici, così come lo sviluppo di componenti hardware. Un percorso triennale del genere, unito ad un eventuale biennio di magistrale, permettono perciò di divenire degli specialisti in sicurezza informatica, una professione sembra attraversare il suo boom economico in questi anni in termini di occupazione. Molte aziende denunciano grande fatica nel trovare personale qualificato, tanto da incentivare percorsi formativi rivolti alla sicurezza informatica avendo come fine l’assunzione.
Ingegneria meccanica
L’ingegnere meccanico è invece tra le figure più richieste in ambito aziendale, soprattutto per quelle di grandi dimensioni (multinazionali inclusi). È colui che si occupa di disegnare, progettare e in seguito controllare il corretto funzionamento dei macchinari. Si tratta probabilmente del settore dell’ingegneria in grado di offrire personale più specifico in assoluto e per questo altamente ambito dalle industrie, tanto da fornire stipendi più che competitivi fin dall’inizio della carriera.
Ingegneria gestionale
Un percorso di questo tipo porta lo studente o la studentessa a lavorare a stretto contatto con i diversi reparti di un’azienda al fine di gestire al meglio l’intero comparto produttivo, incluso tutto il settore logistico interno ed esterno. Si tratta di un ruolo molto trasversale perché, ad esempio, prevede mansioni nell’ambito di gestione degli asset industriale piuttosto che nella pianificazione delle varie strategie di produzione. A questo percorso triennale è poi possibile aggiungere la specialistica in settore spiccatamente specialistici: è il caso, ad esempio, dell’ingegneria aeronautica piuttosto che quella aerospaziale.
Ingegneria civile, edile e ambientale
Questo corso di studi triennale è sicuramente il più generico rispetto a quelli sopra indicati. Permette a chi si iscrive di avere un’infarinatura generale su ciascuna di queste tematiche: dalla pianificazione, alla progettazione e infine alla gestione di interventi edilizi. Questo vale per strutture civili e opere infrastrutturali. Inoltre, un’attenzione sempre maggiore è posta alla tutela ambientale, con un focus particolare legato alla difesa del suolo. Essendo il meno specifico tra i percorsi triennali proposti, soprattutto in questo caso ci si muove molto spesso verso una laurea specialistica: è il caso di una laurea magistrale in ingegneria civile, ma anche in edile, tutela dell’ambiente e del territorio e infine GeoEngineering.
Sbocchi occupazionali: la classifica
Il report firmato Almalaurea, ogni anno, evidenzia le facoltà che vantano una più elevata quantità di sbocchi lavorativi. Va specificato che tali numeri valgono sia per coloro che hanno seguito un percorso accademico tradizionale negli atenei italiani sia quanti si sono rivolti ad istituti telematici come Unicusano. Spulciando tra le lauree triennali, l’informatica è quella che va per la maggiore, seguono a poca distanza ingegneria industriale e informatica e al terzo posto architettura ed ingegneria civile. Appena fuori dal podio si piazza economia. Subito dopo, in ordine, troviamo il settore agrario-forestale, l’area medico sanitaria, le scienze motorie e sportive e il comparto linguistico.
Lo stesso discorso vale per le lauree magistrali, dove però si colloca in prima posizione l’area medico-farmaceutica e solo in seconda istanza ingegneria (civile, in questo caso). Volendo fare un discorso complessivo, ad essere certamente più richieste nel mercato del lavoro sono le cosiddette lauree STEM: vale a dire Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica.
Infine, è possibile effettuare una classifica anche delle lauree che permettono guadagni maggiori al termine del percorso di studi. È chiaro che non può essere solo questa la motivazione primaria per intraprendere una facoltà piuttosto che un’altra, ma è certamente un aspetto che merita una riflessione. Al primo posto si trova ingegneria industriale, con una media mensile (stilata su base nazionale) che supera i 1850 euro. Inferiore di una manciata di euro si trova lo stipendio medio degli informatici, di poco oltre i 1800 euro. Al terzo posto si colloca economia, con un tasso di occupazione del 90% e uno stipendio medio mensile pari a circa 1700 euro. Chiaramente non rientrano in questo calcolo le retribuzioni derivanti da stage o tirocini ma si prende in considerazione un contratto di lavoro determinato o indeterminato.