L’accostamento scorretto tra attività orafe artigiane e ‘Compro Oro’, proprio del Decreto Ministeriale del 2017, ha ricevuto, negli ultimi mesi, forti critiche da chi opera nel settore dei metalli preziosi. In particolare, veniva sottolineata l’enorme mole di adempimenti burocratici, che avrebbe ‘colpito in pieno’ il mondo della gioielleria artigianale, causandone un forte arresto.
Il Decreto in oggetto prevede, infatti, l’iscrizione ad un apposito registro, dietro versamento di un contributo, oltre ad una serie di obblighi normativi e fiscali che, di fatto, avrebbero danneggiato le micro e piccole imprese.
Prontamente arriva la risposta del Consiglio Regionale, con l’approvazione all’unanimità dell’ordine del giorno che sancisce l’impegno della giunta a promuovere la modifica del presente Decreto, ed in particolare l’esclusione dal registro delle attività che non rientrano nel settore dei ‘Compro Oro’.
La differenza tra oreficerie e Compro Oro
Le oreficerie artigianali – 280 nella sola Regione Liguria – si occupano, infatti, solo marginalmente della compravendita di oro e metalli preziosi. La fetta principale del loro business risiede nella produzione e lavorazione di gioielli.
Differente è il caso dei Compro Oro, attività specializzate nella valutazione dell’oro usato e nell’acquisto di manufatti al costo di mercato del materiale utilizzato (oro, principalmente, ma anche argento ed altri metalli di valore).
Il settore dei Compro Oro, in fase di crescita già da svariati anni, subirà ulteriori regolamentazioni, in seguito all’emissione del Decreto Ministeriale: ciò comporterà maggiore sicurezza per gli utenti, che potranno effettuare la valutazione dell’oro usato presso attività riconosciute a livello nazionale.
Tuttavia, i criteri per la valutazione dell’oro rimarranno gli stessi: i parametri in uso per stabilire il prezzo del metallo prezioso al grammo dipendono, infatti, dall’andamento dei mercati internazionali e non da fattori locali.
È possibile accedere a tali informazioni anche in Rete, visitando i portali delle attività specializzate nella valutazione dell’oro e nella compravendita di gioielli usati: un esempio, in tal senso, è la ditta Sami Oro di Grosseto, che si è distinta tra molti per aver creato una app scaricabile per Android che consente di avere la miglior quotazione di oro e argento sempre aggiornata in tempo reale.
La decisione del Consiglio Regionale Ligure
La decisione presa dal Consiglio Regionale Ligure, dunque, è volta a tutelare le imprese che fanno del commercio e della valutazione dell’oro soltanto una minima parte della propria attività: una scelta importante, per non gravare su un settore – quello dell’oreficeria artigianale – composto prevalentemente da piccoli produttori, iscritti all’Albo delle Imprese Artigiane, che faticherebbero a sostenere i versamenti necessari per l’iscrizione ad un ulteriore registro.
La redazione di Genova Post riporta le dichiarazioni della Consigliera Regionale Lilli Lauro, che ha riferito: «Gli artigiani orafi liguri vanno sostenuti e tutelati non certo penalizzati. Sono costi e adempimenti assurdi quelli imposti alle imprese artigianali del settore orafo, con il decreto attuativo entrato in vigore oggi. Una norma da rivedere perché assimila gli artigiani agli operatori compro oro e a chi svolge un’attività commerciale».
Al contrario, la Consigliera Lauro si è detta favorevole alle nuove norme anti-riciclaggio del Decreto, inserite per dare un freno al fenomeno della compravendita di gioielli rubati e ad altre attività illecite che, purtroppo, hanno visto coinvolte alcune società di Compro Oro presenti in Italia.
A questo punto, non rimane che da attendere che la Regione Liguria presenti la richiesta di modifica, che sarà sottoposta al vaglio da parte del Ministero, nella speranza che si possa giungere ad una soluzione che risponda, oltre che alla necessità di regolamentare la valutazione e la compravendita dell’oro, anche alle esigenze delle micro e piccole imprese artigianali liguri.