Covid-19: la salubrità dell’aria con i raffrescatori industriali

Alla luce delle ondate di riacutizzazione dell’emergenza pandemica, la diffusione del SARS-CoV-2 catalizza l’attenzione mondiale sulla prevenzione dal contagio. Proprio nell’attuale ottica di tutela della salute, l’attenzione è rivolta alle più efficaci strategie di distribuzione dei flussi d’aria negli ambienti. Oltre all’utilizzo fondamentale dei DPI, la sicurezza viaggia anche verso la gestione degli impianti industriali.

Covid-19: conoscenza e prevenzione

Il SARS-CoV-2 non era stato mai isolato nell’uomo prima dell’attuale salto di specie. Una zoonosi, messa in atto da questo virus a RNA, ne spiegherebbe dunque il passaggio all’ospite umano. La particolare struttura dell’involucro lo include nella famiglia Coronavirus: l’aspetto al microscopio elettronico riproduce infatti la parvenza di un’aureola (lat. corona).

Il patogeno scatena nell’uomo una patologia di entità e gravità variabili: in alcuni casi essa provoca una sintomatologia accomunabile all’influenza stagionale, nei casi più gravi può invece sopraggiungere il corteo sintomatologico severo della polmonite virale interstiziale. L’aggressività e la virulenza dell’agente patogeno sono alla base della sua rapida diffusione. Aerodisperso a partire dalle vie aeree del soggetto positivo, il virus viaggia su particelle nanometriche. Le molecole presenti in sospensione nell’aria ne costituiscono il tramite e favoriscono il suo deposito sulle superfici.

Il contagio può dunque avvenire sia respirando l’aria infetta sia portando le mani sporche a contatto con le mucose. Ciò motiva le attuali disposizioni in termini di prevenzione dal contagio.

Le direttive delle Organizzazioni Mondiali in termini di protezione

Le agenzie della salute a livello mondiale invitano tutti alla massima cautela. Secondo le attuali disposizioni, un approccio incisivo si basa sull’utilizzo dei DPI, sull’accurata igiene delle mani, sulla detersione delle superfici e sul costante ricambio d’aria negli ambienti.

La gestione della climatizzazione costituisce un’incognita soprattutto per le grandi realtà produttive e per gli edifici a maggiore affluenza. La tecnologia adottata per i sistemi di ventilazione, l’utilizzo dei filtri e la gestione dei flussi d’aria risultano le discriminanti in grado di fare la differenza. Soprattutto per quanto riguarda la gestione dei grandi impianti, le tradizionali tecnologie di condizionamento dell’aria possono nascondere alcune incognite dovute alla gestione dei filtri e al mantenimento di un tasso di umidità dell’aria ottimale.

A ciò si aggiunge l’annosa componente energetica che ne ridurrebbe la validità sull’uso continuativo. Una chiave di lettura differente può derivare dall’impiego della tecnologia adiabatica per il raffrescamento a livello industriale.

Salubrità dell’aria: il ruolo dei raffrescatori industriali

L’impiego della tecnologia evaporativa può costituire un valido supporto all’attuale richiesta di tutela della salute nel campo del raffrescamento industriale. Il principio fisico adiabatico ne costituisce il fulcro.

Già utilizzato in tempi antichi, questo si basa sullo scambio energetico tra l’aria calda e l’umidità del vapore acqueo. Da ciò risulta un naturale bilanciamento della temperatura e dell’umidità relativa dell’ambiente. Alla base di questo meccanismo risiede lo scambio continuo dell’aria tra gli ambienti esterni e quelli interni. Ciò garantisce il raffrescamento ottimale dell’aria e nel contempo gioca a favore della prevenzione da accumulo di potenziali patogeni aerodispersi all’interno dell’ambiente.

In un’ottica di riduzione delle concentrazioni dei contaminanti, tale tecnologia offre una soluzione continuativa nell’arco dell’intera giornata pur mantenendo un impatto energetico ridotto. L’utilizzo di impianti evoluti consente un’ottimizzazione delle risorse pur necessitando di impianti semplici e di una modesta manutenzione in termini di pulizia delle unità filtranti.