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Che cosa sono gli alimentatori da laboratorio e come scegliere quello più adatto alle proprie esigenze

Un alimentatore da laboratorio è un dispositivo che viene collegato alla corrente elettrica (denominata AC) e la converte in corrente DC.

Se volete comprendere quale sia la differenza, vi consigliamo anche di leggere questo interessante articolo che vi offre alcuni spunti tecnici relativi alla corrente AC e DC per capire in cosa differiscono.

In uscita quindi viene collegato un dispositivo o un circuito elettrico in laboratorio e offre così la possibilità di regolare in modo molto specifico sia la tensione che l’intensità della corrente elettrica.

In questo modo si ha la possibilità di fornire al dispositivo che viene collegato all’alimentatore la corrente elettrica seguendo i parametri che vengono impostati da chi lo utilizza, stabilizzando il segnale elettrico.

Normalmente vengono utilizzati da periti elettronici o elettricisti per effettuare test su prototipi o dispositivi che stanno subendo una riparazione, in modo da non danneggiare i circuiti all’interno con la corrente elettrica tradizionale, ma sfruttando un segnale che viene stabilizzato dall’alimentatore stesso.

Nelle prossime righe capiremo insieme come scegliere quello più adatto alle vostre esigenze, vedendo le differenze principali tra il numero di canali, la possibilità di programmare le funzioni e la presenza o meno dello switching.

Alimentatore monocanale o con più canali: quale scegliere e le differenze

La prima caratteristica che differenzia i vari dispositivi professionali in commercio è il numero di ricevitori o canali presenti.

Troviamo quindi gli alimentatori monocanale con un solo ricevitore, che corrisponde alla possibilità di collegare solamente un dispositivo alla volta.

Oppure sono presenti sistemi più professionali con 3 o 4 canali, che di conseguenza permettono di collegare un pari numero di dispositivi da alimentare.

La differenza tra gli alimentatori programmabili e non

Questa è una differenza sostanziale tra le due tipologie di dispositivo presenti in commercio. Gli alimentatori non programmabili offrono la possibilità di impostare manualmente solamente la corrente e la tensione prima di avviare i test che devono essere svolti.

Al contrario, gli alimentatori da laboratorio programmabili sono dispositivi che presentano normalmente un software per pc ad essi abbinato. Tramite l’apposito display, l’utente può modificare in corso d’opera la corrente e la tensione che viene inviata al dispositivo che viene testato e può anche inserire delle sequenze che l’alimentatore dovrà seguire in fase lavorativa, come ad esempio l’aumento o la modifica dei valori impostati in partenza.

Si tratta sicuramente di dispositivi più professionali ed adatti ad un utilizzo specialistico e, se desiderate comprendere nello specifico le funzionalità dei diversi modelli, in questa pagina del sito shoprs.it, che ci sentiamo di suggerirvi, troverete alcuni prodotti che senza dubbio vi forniranno alcune informazioni molto accurate tramite le rispettive schede.

Alimentatori lineari e con funzione di switching: in cosa differiscono

Ultima differenza da analizzare è quella relativa agli alimentatori che effettuano la conversione della corrente da AC a DC in modo lineare o con lo switching.

Nel primo caso parliamo di dispositivi che hanno al loro interno un vero e proprio trasformatore, che li rende di conseguenza molto voluminosi e pesanti.

Quelli che invece hanno la funzione di switching hanno al loro interno un dispositivo che ha il compito di raddrizzare in ingresso e in uscita la tensione della corrente elettrica, senza però abbassarla, offrendo così la possibilità all’interno del dispositivo di effettuare delle operazioni di commutazione.

Se siete appassionati o volete comprendere nello specifico che cosa sia la commutazione e come avviene all’interno dell’alimentatore, vi consigliamo in conclusione di visitare anche questo articolo dove troverete una spiegazione molto esaustiva sull’argomento.